sabato 4 novembre 2006

I malati siamo noi

Riguardo all’ultima puntata di “Anno zero” che, per chi non l’avesse vista, parlava di evasione fiscale in Italia, vorrei dire due parole.
Il ministro Di Pietro affermava, con ragione, che il malato in Italia è il Processo. Cioè, se la gente non ha paura di dichiarare al fisco un reddito minore di quello effettivo, se i grandi signori della finanza, quelli che hanno in mano il vero potere essendo molto spesso anche politici, non hanno paura delle conseguenze delle loro malefatte, è perché sanno tutti che, comunque vada, la faranno franca tra prescrizioni, indulti e mazzette varie ed eventuali.
Se in Inghilterra o negli Stati Uniti (o in un qualunque altro paese civilizzato) una persona di rilievo venisse colta in qualcosa di illegale, si sentirebbe subito in dovere di dimettersi dal suo posto, o, nel caso non lo facesse, ci sarebbe qualcuno a spingerlo con decisione in tale direzione e, soprattutto, il suo nome sarebbe sempre macchiato come da un disonore agli occhi della gente.
Nel nostro Bel Paese, invece, questa persona non solo rimarrebbe in politica e terrebbe tutte le sue aziende ma, come premio per la sua furbizia e per essere riuscito ad insabbiare tutto con maestria, verrebbe premiata, fatta anche Presidente del Consiglio (parlo per assurdo, solo come possibile esempio senza alcun riferimento a persone o fatti realmente accaduti…) e moltissime persone continuerebbero a votarla.
Il fatto veramente agghiacciante è che a cose di questo genere non segue neanche alcuno scandalo… tutto va bene, facciamo finta di non vedere o di non sapere, continuiamo la nostra vita come prima senza accorgerci che facendo così stiamo silenziosamente accettando tutto e diventiamo parte anche noi di questo meschino circo.

Per questo motivo io dico che, secondo me, il vero malato in Italia, la causa di tutti i mali del nostro paese, della mafia, della crisi economica, delle grandi aziende che falliscono, dei parlamentari ignoranti, dei scandali finanziari, dell’evasione fiscale, del clientelismo e di tutto il resto non è altri che il popolo italiano. Basta dare colpe ad altri e cercare capi espiatori! Se c’è un problema, guardiamo prima in noi stessi e solo dopo cerchiamo eventuali cause altrove.

La differenza tra l’Italia e la Svezia o la Norvegia o qualunque altro Stato tra quelli che consideriamo molto civili, oltre alla temperatura, è proprio il popolo e la sua mentalità. Sta qui il problema, è qui che occorre lavorare per far cambiare rotaia all’Italia. Tutti gli altri rimedi sono solo placebi o al massimo “mettono ‘na pezza” ai problemi senza però risolverli efficacemente.
Mandare l’esercito a Napoli, rimediare all’evasione con una finanziaria o fare leggi più dure, solo per fare alcuni esempi, sono tutte cose inutili fino a che accettiamo senza dire nulla che il nostro vicino o amico dichiari meno di quello che guadagna perché altrimenti non ce la fa ad arrivare a fine mese perché le tasse sono troppo alte, che frodi l’assicurazione fingendosi ferito dopo un incidente per ricevere qualche migliaio di euro, che rubi i motorini con un gruppetto di amici perché tanto se non lo fa lui lo farebbe qualcun altro, che si prenda lo scudo da un motorino di un altro perché qualcuno l’ha preso a lui, e così via…
Tutto ciò ma non solo questo, è diffusissimo e ognuno di noi conosce qualcuno che fa cose del genere o le facciamo addirittura noi stessi senza che per questo ci vergogniamo o critichiamo il nostro amico con indignazione, tanto... lo fanno tutti, no?
E allora non meravigliamoci che i grandi facciano lo stesso ma in una scala maggiore, sono come noi colo che invece di migliaia di euro si parla di cifre più alte di un fattore 10^3; non chiediamoci come sia mai possibile che esista una cosa come la mafia; non lamentiamoci delle tasse troppo alte, sono così perché non le paga nessuno, come un circolo vizioso.

E’ soltanto colpa nostra.

Come fare per rimediare a tutto ciò? Come far cambiare mentalità a più di 50 milione di persone? Non lo so, non ne ho assolutamente idea.
Sono drastico, per me c’è bisogno che l’Italia si scontri con le catastrofiche conseguenze di questo atteggiamento, che prendano tutti coscienza che non si può continuare così, che dobbiamo diventare un po’ più scandinavi, forse il clima ci farà bene...

Dobbiamo essere insoddisfatti di come siamo per poter migliorare.

1 commento:

ciurma ha detto...

Visto che qua non c'è nessun commento, lo faccio io.
Questo è uno dei discorsi più intelligenti che ho mai sentito.
Ovviamente lo dico perchè lo penso da tempo, e quindi ne sono convinto.
Da grande vorrei vivere in un posto civile, cioè all'estero, perchè tanto cambiare l'Italia è impossibile.
Osservo gli atteggiamenti delle persone che conosco (ahimè anche amici a cui sono affezionato).
Io provo a farli pensare, ma non ho avuto grossi risultati fino ad ora a parte le risate e la nomea di "prete" che mi era stata affibbiata amichevolmente alle superiori.
Io ci ridevo su e finivo per lasciar perdere rassegnato. Ovviamente non pretendo di aver ragione.
"Prete" perchè nell'immaginario dell'italiano medio,secondo me, l'etica è una prerogativa di determinate persone(che poi sia il prete...vabbè, quella è ignoranza).
Lui, il singolo, se ne sente sollevato e può fare quello che gli pare.
Ecco la libertà...la libertà a cui allude qualcuno, tipo Silvio.
Bene, io non accetto questo tipo di libertà e trovo anzi orrendo banalizzare la parola con questo significato gretto.
Secondo me, Lui è l'emblema della società che bisogna rifiutare per diventare la Svezia.
Eppure forse non basterebbe, perchè prima di lui c'erano tante altre cose brutte.
Anche Lui è cresciuto in questo humus, in qualche modo ne è stato il prodotto forse.
Forse il male è talmente radicato in noi che l'unica speranza per diventare la Svezia è ammazzare tutti gli italiani e portarci gli svedesi.
Visto che la soluzione è un tantino drastica, sarebbe meglio lasciar vivere i polli come meglio preferiscono, e traslocare in Svezia.
T